Rispetto e accettazione: non esistono persone “sbagliate” ma infiniti modi di stare al mondo e vivere la vita. Le persone celano in sé universi di senso e significati che meritano di essere rispettati e necessitano di essere esplorati e compresi per poter compiere un percorso terapeutico efficace.
Empatia: è un termine di cui oggi si abusa. L’empatia è tornare ad un comune vissuto umano, non leggere la mente o il cuore dell’altro provando le sue emozioni, bensì una profonda connessione con se stessi in relazione con l’altra persona, accogliendo le emozioni che il vissuto dell’altro mi suscita. Come diceva Terenzio: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” (lat. «sono uomo, niente di ciò ch’è umano ritengo estraneo a me»).
Libertà, autonomia e competenza: ogni persona è capace di pensare, sentire e autodeterminarsi. In virtù di questo assunto valoriale ritengo che ciascuno di noi sia il più competente rispetto alla propria vita. Questo mi da modo di operare a sostegno del suo specifico percorso, senza entrare in un’ottica di terapia direttiva, correttiva e ortopedica.
Fiducia: ogni persona ha in sé la capacità di affrontare le trasformazioni e gli ostacoli che la vita gli pone d’innanzi. Nel percorso terapeutico si lavora insieme per dare la possibilità al soggetto in crisi di vedere oltre la sofferenza e il dolore del momento e trovare in se stesso la forza di ripartire, cogliendo gli aspetti di occasione ed opportunità che la crisi porta con sé.
Leggerezza: è quella qualità che permette di affrontare le situazioni senza farsi sopraffare. Diceva Italo Calvino: “La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso”.